Ipovitaminosi D ed obesità: due patologie sociali

Ipovitaminosi D ed obesità: due patologie sociali

L’obesità è una complessa patologia multifattoriale che si caratterizza per l’accumulo di un eccesso di massa adiposa, conseguente allo squilibrio tra l’introito e la spesa energetica. Spesso si complica con l’insorgenza di patologie croniche ed in particolare cardiovascolari (ipertensione arteriosa, malattia coronarica) e respiratorie (insufficienza respiratoria, sindrome delle apnee ostruttive del sonno), disordini metabolici (diabete mellito, dislipidemie, iperuricemia), problemi osteoarticolari, disturbi della sfera riproduttiva e psicologica, aumento del rischio oncologico. Oltre a compromettere la qualità della vita, implica un significativo aumento della mortalità. Analogamente a sovrappeso e obesità, l’ipovitaminosi D rappresenta un problema di salute pubblica a livello mondiale. Il 90% della vitamina D deriva dall’attivazione a livello dell’epidermide della provitamina 7-deidro-colesterolo da parte dei raggi ultravioletti (UV), in particolare da parte dei raggi UVB. In piccole quantità è naturalmente contenuta in alimenti di origine animale (pesce, crostacei e molluschi, uova, latte e derivati) sotto forma di vitamina D3 e in alimenti di origine vegetale (alcune varietà di funghi) sotto forma di vitamina D2. Il consumo abituale di alimenti fortificati e/o di integratori può costituire una fonte ulteriore di vitamina D. L’assorbimento avviene prevalentemente nel piccolo intestino. Numerosi studi epidemiologici e trial clinici rilevano un aumento della prevalenza dell’ipovitaminosi D all’aumentare del BMI. E’ plausibile che il sequestro nella massa adiposa e la diluizione volumetrica acquistino importanza, a maggior ragione, nell’obesità severa. Tuttavia, questi importanti meccanismi fisiopatologici non escludono un’origine in realtà multifattoriale. Il vantaggio teorico dell’ampia superficie cutanea disponibile per la sintesi della vitamina D viene sostanzialmente annullato dall’adozione di uno stile di vita sedentario, che caratterizza quasi invariabilmente il paziente obeso e include l’abitudine a svolgere meno attività all’aperto, talvolta anche per coesistenti difficoltà di mobilizzazione, con la conseguente insufficiente esposizione alla radiazione solare. I pazienti obesi, inoltre, sono tendenzialmente poco inclini a esporre al sole ampie parti della superficie cutanea e scelgono spesso un abbigliamento più coprente, temendo il giudizio sociale. Un ulteriore fattore causale può essere un insufficiente introito di alimenti naturalmente ricchi di vitamina D (pesce, latte e derivati, alcune varietà di funghi), nonostante un apporto calorico globalmente in eccesso.

Obiettivi

Il progetto rientra, quindi, nel seguente obiettivo formativo  ministeriale: 1) aggiornare in merito alle ultime scoperte scientifiche inerenti la fisiopatologia dell’obesità e delle patologie croniche ad essa correlate; 2) aggiornare in merito alle ultime evidenze scientifiche circa il trattamento farmacologico dell’obesità e delle patologie croniche ad essa associate; 3) aggiornare in merito ai meccanismi fisiopatologici dell’ipovitaminosi D nel soggetto obeso; 4) aggiornare circa la terapia di supplementazione da effettuare nel paziente obeso con deficit di vitamina D 

SCARICA LOCANDINA PDF